44 - 28 Febbraio 2018

LA PIÙ AMATA 

Teresa Ciabatti
Mondadori 2017

copertina de la più amata il libro di teresa ciabatti

Potremmo fare analisi filologiche e semantiche de La più amata, il libro di Teresa Ciabatti, finalista al Premio Strega 2017.

Potremmo, ma non lo facciamo. Non è il blog giusto per farlo.

Quello che vi racconto io è sempre e comunque quello che mi è arrivato al cuore e al cervello mentre leggevo un libro, guardavo un film, stavo in un posto.

Ormai mi conoscete.

E quando ho letto La più amata sono tante le cose che mi sono arrivate e ora provo a dirvele.

E allora. Mi sono chiesta per tutta la durata di questo libro se La più amata in realtà spesso non sia la più danneggiata.

Se l’amore che talvolta si manifesta in modo diverso per un figlio, quell’amore che pare avvantaggiarlo, favorirlo, agevolarlo non sia in realtà un danno.

Una scomoda eredità che quel figlio si ritroverà a ricevere e forse a pagare un domani, senza beneficio di inventario.

La più amata è la figlia, viziata, del Professore, in una provincia italiana.

Gemella di un gemello che non disturba, non crea problemi, è bravo.

C’è l’Italia dei misteri in questo libro, che si mescola alla piccola storia di provincia.

Ne La più amata c’è la cruda realtà di famiglia.

Un padre medico potente, del potere di provincia fatto di ossequi e inchini al passaggio, Lorenzo Ciabatti.

Primario chirurgo all’ospedale di Orbetello, massone, gran maestro del Grande Oriente d’Italia, loggia di Firenze.

E poi una madre medico, indipendente e autonoma che viene indotta a lasciare il suo lavoro, svuotata di senso, sedata per un anno con la cura del sonno.

C’è il rapporto tra il padre e i figli svanito quando il matrimonio finisce, puff, come se non ci fossero mai stati altro che vizi e capricci da assecondare.

C’è la provincia italiana in cui i poteri forti sono spesso circoscritti, identificati, idolatrati e rispettati.

Vivo da sempre in una grande città, dove non sei nessuno se non sei nessuno davvero.

Non conosco i vantaggi e le agevolazioni che può darti un piccolo potere di provincia.

Quelle facilitazioni che La più amata sa di avere e che pretende.

In una vita in cui la meritocrazia non esiste, solo il diritto ereditario.

Tutto falsato, compresa l’immagine che rimanda lo specchio. Convinta persino di essere bellissima.

E poi alla fine c’è l’incontro, anzi lo scontro con la realtà.

Che è sempre una bella botta, figuriamoci se eri convinta di essere La più amata.

 

È difficile risistemare le categorie, ridefinire i ruoli, stabilire le eccezioni, e soprattutto capire cosa dobbiamo fare noi, qual è il nostro compito di figli adolescenti e spaesati. Ci viene chiesto di vedere oltre, al di là della giovinezza, e da laggiù capire. Questo ti viene chiesto, figlia: capire che mamma e papà sono esseri infinitamente piccoli.

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