ALTRI DUE FILM DA VEDERE AL CINEMA A FEBBRAIO
Va bene, lo ammetto.
Sono decisamente gasata perché in poco più di un mese ho visto ben 4 film al cinema, uno più bello dell’altro.
Adoro andare al cinema, sogno di seguire un Festival del Cinema per poter rimanere dentro una sala un giorno intero.
Eppure, logisticamente in questi ultimi anni andare al cinema è stato piuttosto complicato.
E quindi, perdonatemi se sono così gasata di raccontarvi altri due film da vedere al cinema!
Dopo i primi due film del 2019 che vi ho consigliato di vedere, ora siamo già a 4.
Siete pronti?
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IL CORRIERE – THE MULE
Clint Eastwood
2018
Sono stata indecisa se andare a vedere The Mule, l’ultimo film di Clint Eastwood.
Dicevano che fosse lento.
Poi ho deciso che non me lo sarei persa.
Perché amo molto la sua regia, ho amato alla follia Mystic River, Million Dollar Baby, Gran Torino, American Sniper, solo per citarne alcuni.
E ho fatto molto bene, perché questo film mi ha commosso.
Clint Eastwood riesce ancora ad essere bello, elegante, direi quasi irraggiungibile.
Ho un debole per le persone anziane, ne amo la fragilità, quella visibile nel passo incerto e nelle rughe profonde.
Ma soprattutto amo la fragilità invisibile, quella che si intravede solo nello sguardo.
Uno sguardo spesso liquido di chi ha vissuto tanto, visto ancora di più e il cui orizzonte è corto.
Come se il fatto che il tempo che rimane sia poco, renda quello sguardo lunghissimo sul futuro.
Per ragioni mie di cuore, se quello è sguardo vecchio è anche azzurro mi si spezza il cuore.
In questo film si tratta di un vecchio, della specie che preferisco: quella di chi ha sbagliato tanto, forse tutto, la specie di chi è stato una canaglia e che “è sbocciato, tardi”.
Sono questi quelli che preferisco anche se so che sono quelli che lasciano il maggior numero di vittime dietro di sé.
Ma sono quelli senza filtri, i filtri non li hanno avuti mai nemmeno prima.
Sono quelli che le persone le capiscono con uno sguardo, quelli che di solito con i soldi non hanno avuto un buon rapporto nella vita.
Spesso sono vecchi migliori dei giovani che sono stati.
Questo anziano repubblicano, bianco, dice cose che non bisognerebbe dire, canta vecchie canzoni americane mentre guida e non ha mai avuto un piano B in vita sua.
Ama le donne anche a 90 anni, ama i fiori, si gode il momento, consegna droga, cercando di riparare ai suoi vecchi danni con danni nuovi.
Nonostante tutto questo è un uomo onesto, che vede le colpe chiaramente lì dove stanno, soprattutto se sono le sue.
Che si dice la verità e ha il coraggio di dirsi colpevole se colpevole è.
Questo film si basa su una storia vera, una piccola storia vera.
Se questo è un film lento? Non lo so, a me è volato.
Ho comperato tutto, ma il tempo non si compra.
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GREEN BOOK
Peter Farrelly
2018
Un’altra storia vera, in questo film.
Un viaggio nell’America razzista del 1962, un viaggio di un virtuoso della musica classica di colore, colto ed elegante, e il suo autista bianco, grezzo e ignorante.
Un’amicizia che nasce contro ogni aspettativa, in mezzo alle differenze reciproche e ai pregiudizi razziali.
E che migliora entrambi i protagonisti, come ogni amicizia degna di questo nome dovrebbe fare.
In un’America dove un nero doveva circolare con il Green Book, la sua guida che gli segnalava alberghi e ristoranti dove i neri erano ben accetti.
Un’America dove anche l’omosessualità era un tabù, giudicata come un crimine da nascondere.
Un film che mi ha fatto molto ridere oltre che riflettere.
Non sono abbastanza nero, non sono abbastanza bianco, che cosa sono allora?