LA RAGAZZA DEI COLORI
DI CRISTINA CABONI
Ho divorato La ragazza dei colori, come ogni volta faccio con il nuovo libro di Cristina Caboni.
Quando non dipingeva, si concentrava sui colori. Li cercava uno dopo l’altro, scovandoli intorno a sè, nutrendosene persino. Azzurro, turchese, carminio. Tutte le tonalità possibili. Elencava i colori primari, separandoli dai secondari e terziari. Cercava i complementari, ammirava i contrasti inventando sfumature sempre diverse che poi riportava sui suoi quadri. Lentamente la tensione si allentava.
Di questo romanzo ho amato moltissimo il sovrapporsi dei piani: quello personale di Stella, la protagonista, e quello della Storia.
Che come dice la canzone di Francesco De Gregori “La storia siamo noi, attenzione. Nessuno si senta escluso”.
Stella, dei colori e della pittura ha fatto la sua vita: sono la bussola che la guidano, sono le sue radici, sono quello da cui cerca di scappare, anche.
Ho di fronte una scelta difficile. Ma il giallo mi dona gioia. E il blu mi rasserena. Grazie ai colori non temo nulla.
Un giorno Stella riceve un regalo da uno zio molto amato e appena scomparso: una serie di disegni pieni di colore, opera di mani infantili.
Se guarderete quei disegni a fondo, con attenzione, potrete ascoltare la loro storia. Ricordare significa comprendere, sapere, significa imparare affinché mai più si ripeta ciò che è accaduto.
Per tutto il romanzo Stella cercherà di scoprire la storia di questi disegni e la verità su questi bambini.
Ed è qui che si interseca la Storia, quella con la “S” maiuscola, quella fatta di piccoli e immensi gesti che cambiano il corso delle cose.
Amo moltissimo il periodo storico di cui Cristina Caboni ci racconta ne La ragazza dei colori.
Questo tema mi ha sempre affascinato e sconvolto, rendendomi incredula per ciò che è potuto accadere sotto gli occhi indifferenti del mondo.
Ma qui, come sempre succede nei romanzi di Cristina Caboni, c’è una luce, c’è una speranza, c’è la possibilità di un riscatto.
L’arte unisce, emoziona, l’arte ci trova perché è bellezza, e noi ne abbiamo tanto bisogno perché ci conduce alla nostra anima, ai colori della nostra esistenza.
Dai colori viene questa speranza, anche quando nascondono un passato doloroso, un errore, un senso di colpa che non se ne va.
Non voglio svelarvi il finale che è straordinario e commovente: mi direte poi cosa ne pensate quando lo avrete letto.
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Post scritto in collaborazione con Garzanti
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