55 - 11 Novembre 2017

AMO LE DONNE

amo le donne che hanno coraggio

Amo le donne che hanno il coraggio di dire basta, anche se è più scomodo. Anche se dire basta significa perdere tanto, certe volte tutto.

Quelle che non si costruiscono l’alibi che le incolla lì e quell’alibi poi lo vomiteranno nei secoli a venire in faccia ai figli.

Che non fa niente se lo hai capito troppo tardi. Non è tardi, non è mai troppo tardi.

Perché non può essere una colpa capire, neanche se ci metti i decenni a capire. È un merito capire, dirlo e cambiare.

Amo le donne che invece restano. Che decidono di restare, anche quando restare significa rinunciare a una parte di sé.

Che per restare a volte serve più coraggio che per andarsene.

Amo le donne che fanno il proprio dovere, qualunque esso sia, un mattoncino dopo l’altro, ora dopo ora, giorno dopo giorno.

Che cascasse anche il mondo i giorni arrivano, uno dopo l’altro.

Le sveglie all’alba per guadagnare tempo o per fare una lavatrice, per scongelare la carne o per bere un caffè in silenzio, prima che inizi tutto.

Amo le donne che ricacciano indietro il magone quando arriva.

Hanno il coraggio di sorridere al mondo, anche quando per sorridere bisogna andare in giro con gli occhiali da sole pure con la pioggia.

Quelle che per 50 anni hanno cucinato pranzo e cena ogni giorno, non una passione, un lavoro, un dovere come altri, una cosa che si deve fare e si fa. 

Amo le donne che sono cadute e poi si sono rialzate.

Che hanno avuto il coraggio di chiedere scusa e poi hanno cominciato a correre.

Amo le donne autonome e indipendenti, così diverse da me. Che non hanno problemi a fare riunioni fiume né a farsi assumere né a diventare dirigenti.

Che non hanno paura di affrontare centinaia di chilometri in auto o di essere contemporaneamente mamma e chirurgo, così per dire. Vi ammiro.

Amo le donne che fanno squadra, esistono!

Sono quelle che condividono con te i loro contatti quando ne hai bisogno eppure, bé non ti hanno mai visto in faccia. Grazie.

Amo le donne che sono diventate quello per cui hanno studiato tanto, che avevano un sogno e lo hanno perseguito con ostinazione.

Che non lo hanno lasciato quando il gioco si è fatto duro. 

E hanno chiesto aiuto agli altri, ci vogliono le palle per chiedere. 

E senza aiuto, quello degli altri, quando hai i figli la questione si fa più complessa.

Amo anche quelle che hanno riposto quel sogno nel cassetto, perché bisognava farlo o perché le priorità sono state capovolte dalla vita. 

Il loro sogno rimane lì e forse non fa più male. Ci vuole tanta forza certe volte anche a non aprire un cassetto.

Amo le donne, che dicono ai loro figli “siamo una squadra”.

Perché in una squadra si vince o si perde, ma lo si fa insieme. In una squadra non ci sono colpevoli e non ci sono eroi. La squadra siamo noi, insieme.

Amo le donne che hanno il coraggio della verità raccontata ai propri figli.

Ce ne vuole, e tanto, per non nascondersi e rispondere con fatica alle domande che Dio solo sa come fanno a porti a 8 anni.

Amo le donne che hanno il coraggio anche di farsi vedere deboli dai bambini.

Perché glielo insegniamo anche così che la rincorsa alla perfezione è il dramma del nostro tempo. E noi invece accettiamo l’imperfezione, la nostra prima di tutto. E la loro, dopo la nostra.

Amo le donne che uniscono e non separano. Quelle che sanno essere il collante di un gruppo di amici sparsi per il mondo, è così facile perdersi.

L’amicizia non è solo un dono, è impegno e fatica e sopportazione anche. È lavorare duro per rimanere uniti.

Amo le donne che non fanno a gara. Che la gara ce l’abbiamo solo con noi stessi, ed è già abbastanza dura così.

Amo le donne che sono diventati grandi, che hanno staccato il cordone ombelicale, il loro.

Ci vuole coraggio per smettere di essere figlie viziate 40enni dei propri genitori. Ma che danno, se non lo si fa.

Amo le donne che lavorano 12 ore al giorno e non hanno perso la loro identità professionale. Ma che riescono ad esserci così tanto che talvolta ti dimentichi che stanno lavorando.

Amo le donne che rispettano le diversità e che non le giudicano. Che vedono le differenze e le considerano un valore, diverso, ma un valore. 

Amo le donne che hanno paura ma che sanno gestirla, in mezzo alla nebbia, su un aereo per il deserto o di fronte a degli scatoloni.

Amo il loro coraggio e la loro debolezza, due compagne di viaggio inseparabili.

Le amo perché il mondo gira intorno a loro, i figli crescono anche grazie a loro e domani forse saranno degli adulti migliori di noi, soprattutto grazie a loro. 

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