61 - 8 Gennaio 2018

UN LIBRO CHE VI CONSIGLIO DI CUORE: L’ARMINUTA

Donatella di Pietrantonio
Einaudi 2017

un libro che vi consiglio è l'arminuta

Un libro che vi consiglio di cuore è L’Arminuta di Donatella di Pietrantonio.

Ci sono temi che ti colpiscono dritto al cuore. Certe volte ti lasciano stordito, quasi sopraffatto.

A me succede quando si parla del legame principe, quello che segna la nostra vita da sempre, dall’inizio.

Il legame materno, quello che ci lega a nostra madre. Che ci vede figlie. Ma che poi ci vede diventare madri a nostra volta. Quanta fatica in questo passaggio così necessario.

Nel libro L’Arminuta, che vi consiglio, si spezza proprio questo legame.

Il legame più sacro per eccellenza, quello che dovrebbe proteggerci, l’unico che hai voglia a provarci ma non si spezzerà mai.

Il legame più forte, il più simbolico, quello che ci connota, il più sicuro.

Sappiamo bene che non è così. La vita ce lo insegna, la cronaca anche. La mente umana ha mille rivoli contraddittori. 

Ne L’Arminuta, la ritornata, questo legame si spezza due volte.

Una prima volta quando una bambina viene data dalla madre a un’altra donna che la cresce come se fosse sua. 

Una seconda volta quando questa stessa bambina, la ritornata, viene riconsegnata alla famiglia d’origine.

Per motivi ignoti prima e incomprensibili dopo, a lei che per 13 anni aveva creduto di essere una figlia.

Le cose non sono così semplici soprattutto in contesti poveri, socialmente difficili.

Una bambina che non ha nemmeno un nome in questo libro, ma è solo l’Arminuta, la ritornata.

Come se il fatto di essere stata riconsegnata la connotasse come un marchio indelebile, diventando la sua identità.

Due madri, due mezze madri che non ne fanno una.

La madre del paese, quella di origine anch’essa senza nome, e la madre del mare, Adalgisa. 

Nel tempo ho perso anche quell’idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. È un vuoto persistente, che conosco ma non supero. Gira la testa a guardarci dentro. Un paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e fabbrica incubi nel poco che lascia. La sola madre che non ho mai perduto è quella delle mie paure.

I ricordi che si confondono e che vanno tutti riletti a posteriori. Una mamma che invece è una zia ma per il cuore rimane una mamma.

E poi chi è nostra madre? Chi ci genera o chi ci cresce? Quanto conta la genetica e quanto l’educazione?

Da dove viene l’intelligenza straordinaria dell’Arminuta, l’unica intelligente tra tutti i suoi fratelli?

Come si spiega il legame di sangue anche quando con tua sorella non hai attraversato l’infanzia insieme mano nella mano?

Questo è un libro duro, corto, veloce, secco. Un libro che vi consiglio perché non riuscirete a staccarvene fino alla fine.

Perché come lei, l’Arminuta, spererete di trovare in ogni riga l’amore, forse il grande assente in questo libro.

Donatella di Pietrantonio ci consegna la realtà nuda e cruda e lo fa attraverso parole semplici, affilate come coltelli.

Da madre, e forse anche da figlia, non dimenticherò mai questo libro.

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