45 - 12 Maggio 2017

TRE VOLTE NOI,
UN LIBRO INDIMENTICABILE

Laura Barnett
Bompiani 2016

tre volte noi

Sappiatelo. Quando mi chiederete nei prossimi mesi un libro da leggere io vi risponderò in modo continuo e ossessivo: Tre volte noi di Laura Barnett.

Ci ho messo tanto a leggerlo per varie ragioni e ora ve le spiego.

Però voglio dirvi che forse Te volte noi è uno dei libri più belli che io abbia letto nella mia vita.

Sicuramente il libro che avrei voluto scrivere io. E anche se l’invidia non è mia compagna di vita, invidio questa scrittrice per quello che è riuscita a mettere nero su bianco.

E sapete perché?

In questo libro ci sono tanti temi che mi girano in testa da sempre: le possibilità di vita, i turning points, le scelte che facciamo, le impronte che le nostre scelte lasciano, le non scelte, le cose non fatte e quelle fatte, i non detti, le parole di troppo, i bivi che abbiamo di fronte, il caso, il destino e cosa sarebbe successo se.

Tre volte noi è scritto alla perfezione.

L’uso del tempo presente, il più difficile in narrativa, mescolato sapientemente col passato. Un punto di vista esterno ma allo stesso tempo interno. Un miracolo, alla fine.

Dicevo, ci ho messo tanto a leggerlo. È stato un anno frullatore questo qui (scolastico ovviamente, che per me l’anno comincia sempre a settembre e finisce a giugno) e ho letto poco, con la mente sempre troppo piena.

Tre volte noi non è un libro facile.

Lo devi leggere quando sei concentrata davvero, anche. Perché ci sono tre versioni della stessa storia e si susseguono alternate nei capitoli. Ma i fatti della prima versione influenzano anche le altre due e viceversa. E poi le versioni sono diverse ma i personaggi sono gli stessi, solo che i loro comportamenti e le loro scelte cambiano.

Un capolavoro di incastri, che però va seguito con attenzione. 

E poi ci ho messo tanto forse perché questo libro non volevo abbandonarlo. Lo volevo per un bel po’ di tempo lì sul comodino ad aspettarmi, anche nelle sere in cui non riuscivo a leggerlo.

Lo terrò con me credo ancora un po’, senza inserirlo nella mia libreria nell’ordine rigorosamente alfabetico per autore.

Prima di aprire la porta dello studio resta fermo un istante a guardare la spiaggia, travolto da una sconcertante felicità, e se la gusta, la divora, perché è abbastanza vecchio da conoscere la felicità per quello che è: un qualcosa di breve e fugace, non una condizione a cui si può aspirare, che si può desiderare di vivere, ma un attimo che va colto quando arriva e trattenuto il più a lungo possibile.

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