58 - 12 Settembre 2017

UNA PASSEGGIATA AI PIEDI DEL LATEMAR

latemarium.com

i sentieri del latemar

L’avete mai fatta una passeggiata ai piedi del Latemar?

Premetto che io non sono una montanara, nasco pigra e soprattutto non ho mai l’attrezzatura giusta.

Per intenderci, mi agghindo come un misto di scampagnata, jeans, talvolta cappellino di paglia da mare, piumino leggero da città e sciarpina al collo da demente.

Tipo così, insomma.

io sul latemar

Però la passeggiata ai piedi del Latemar, che non a caso è patrimonio Unesco, ve la devo raccontare, non la potete perdere.

L’esperienza si chiama Latenarium ed è l’insieme di 8 percorsi avventura che, fidatevi, non dimenticherete. Si entra e si esce da boschi secolari, scorci unici.

È una passeggiata fattibile per tutta la famiglia.

Siamo partiti dal Rifugio Oberholz, a dir poco meraviglioso, che si trova all’arrivo della seggiovia partendo da Obereggen, a 2.096 metri. Qui abbiamo bevuto il famoso cappuccio, che in alta quota, al mare o in città bisogna bere.

Se una vetrata sulla natura può fare il miracolo, qui succede.

rifugio oberholz al latemar

Il nostro itinerario ha descritto sostanzialmente un anello, prima sotto le pareti del Latemar e poi più a valle. I percorsi sono 8 e si incrociano a seconda di quello che si vuole o si riesce a fare.

In questa passeggiata ai piedi del Latemar abbiamo incontrato stazioni didattiche, installazioni interattive, opere d’arte in legno, arte moderna in alta quota.

il panorama del latemar

La prima cosa che abbiamo fatto è stata guardare il paesaggio da una delle 4 piattaforme panoramiche Latemar 360 gradi.

Sono tantissime le vette alpine che si vedono da qui!

osservatorio latemar 360 gradi

Voi lo sapevate che qui milioni di anni fa c’erano vulcani, atolli e un mare profondo? Un luogo maldiviano, praticamente.

Abbiamo visto i fossili che ce lo dimostrano. Li abbiamo cercati in mezzo alle rocce.

i fossili del latemar

E che i fiori si inventano degli stratagemmi per poter sopravvivere, tipo stare bassi bassi e mettere su una folta peluria alzi la mano chi se lo ricordava. Sopravvivono anche centinaia di anni, basta non strapparli!

Abbiamo trovato anche un fiore gigante da annusare, sapeva un po’ di vaniglia.

installazione del latemar

Il paesaggio a tratti sembrava lunare e noi, grandi e piccoli, eravamo incantati dal silenzio e dalle rocce chiare. 

paesaggio del latemar

Abbiamo guardato il film della natura attraverso un cinema all’aperto. 

In scena solo lo spettacolo della montagna.

cinema della natura sul latemar

È stato facile fare amicizia con le mucche che qui alpeggiano d’estate, felici e libere, nella loro pigrizia. Sdraiate e addormentate o impegnatissime a mangiare l’erba.

mucche al latemar

Abbiamo ritrovato la musica nel legno, scoprendo che ogni tipo di albero produce un suono diverso. 

E poi abbiamo riprodotto le melodie più famose dei bambini sui campanacci delle mucche. 

melodie al latemar

Ci siamo seduti dentro l’occhio delle Dolomiti, una palla gigantesca di legno in cui si entra e si ammira il panorama del Latemar. 

Questo momento lo ricorderò per sempre.

 

Poi tutti dentro alla marmotta scolpita nel legno! Ho visto signori grandi entrarci!

marmotta di legno al latemar

Del resto ditemi voi come si poteva non farlo!

Non è stato facile trovare l’equilibrio saltando sulle botti di legno del latte, ma ce l’abbiamo fatta! Chi più chi meno…

botti del latte del latemar

Sono rimasta senza parole quando abbiamo incontrato un cavallo gigante in legno che trasportava la legna.

cavallo di legno al latemar

E cercato in cielo le aquile reali con il cannocchiale, conosciuto il gracchio e la nocciolaia.

aquila di legno al latemar

Che il legno fosse un grande conduttore di onde sonore lo abbiamo scoperto grazie all’albero telefonico e abbiamo imparato a riconoscere i versi degli animali e le loro impronte sul terreno.

Con le orecchie aperte abbiamo ascoltato i rumori del bosco! Bisogna fare silenzio per sentirli.

orecchie del latemar

Abbiamo costruito sculture con i sassi bianchi del Latemar. Cercato le teste di animali tra le rocce colpite dal vento e dal tempo e giocato con l’acqua.

E mentre facevamo tutte queste cose, non ci siamo accorti dei chilometri macinati.

Ha vinto lo stupore  e la meraviglia per la bellezza della grande montagna.

Alcuni posti dove rifugiarsi:

 

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